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Dr. Mario Nicolosi Specialista in Ortopedia e Traumatologia Specialista in Fisiatria



Lesioni della cuffia - notizie storico-statistiche

A JS Smith, nel 1834, spetta il merito della prima descrizione di una lesione del sovraspinoso. Studi su cadaveri condotti da vari Autori, per accertare la percentuale di lesioni della cuffia nella popolazione, hanno portato a questi risultati: Codman (1934) 16,5%, Skinner (1937) 6%. Grant e Smith (1948) 19%, De Palma (1950) 9%, Olsson (1953) 8%, Neer (1973) 7%, Peterson (1983) 14,5%, Fukuda (1986) 7%.

La classificazione delle lesioni della cuffia è ancora oggetto di controversia. Attualmente si usa distinguerle in piccole, medie e massive o in distali, intermedie e con grave retrazione o in piccole (sino a 1 cm di grandezza), medie(da 1 a 3 cm), grandi (da 3 a 5 cm) e massive (oltre i 5 cm). Ellmann ha proposto nel 1990 una classificazione in 4 gruppi che considera, da una parte, il tendine interessato e, dall'altra, la superficie della lesione: 1: piccola (minore di 2 cm), 2: grandi (da 2 a 4 cm), 3: massive ( maggiori di 5 cm) e 4: artropatie degenerative(4). Una classificazione non deve essere fine a se stessa ma deve essere utilizzabile nel momento terapeutico fornendo cognizioni sulla possibilità e sulle modalità di riparazione della lesione. Non si possono quindi trascurare elementi come il numero di tendini interessati, le lesioni associate quali quelle dell'intervallo dei rotatori o del capo lungo del bicipite o l'eccentricità della testa omerale rispetto alla glenoide. Walch ha trovato 19 lesioni dell'intervallo dei rotatori su 116 casi di interventi chirurgici eseguiti per rotture isolate del sovraspinoso. In un suo lavoro del 1996 egli raccomanda di controllare sempre l'intervallo dei rotatori(1).

Noi sappiamo che il tendine del sovraspinoso è quello più frequentemente colpito. Secondo una statistica di Walch del 1993 su 546 casi il sovraspinoso è interessato da solo nel 36% e insieme ad altri tendini nel 94%.