Dr. Mario Nicolosi Specialista in Ortopedia e Traumatologia Specialista in Fisiatria
Linee guida per il trattamento delle metastasi ossee nello scheletro appendicolare
Classificazione delle lesioni e loro trattamento
Classe 1: Pazienti con metastasi scheletrica solitaria da tumore
primitivo a buona prognosi (mammella, prostata, rene, tiroide) e con
prolungato intervallo libero da malattia ( > 3 anni) dal tumore
primitivo alla metastasi
Classe 2: Pazienti con una frattura patologica nelle ossa lunghe
principali (omero, radio, ulna, femore e tibia)
Classe 3: Pazienti con una lesione a rischio di frattura patologica
nelle ossa lunghe principali:
a) Lesione litica della corticale ≥ 2,5 cm;
b) Distruzione della corticale ≥ 50% del diametro
c) Dolore persistente o progressione della
lesione dopo radioterapia e/o chemioterapia
Classe 4:
1) Lesioni metastatiche osteoblastiche;
2) Lesioni osteolitiche o miste in ossa non sottoposte a carico (ulna distale, coste, perone, clavicola);
3) Lesioni non a rischio di frattura nelle principali ossa lunghe;
4) Lesioni per le quali l’unico intervento possibile sarebbe l’amputazione dell’arto;
5) Lesioni nell’ala iliaca, arco pelvico anteriore e scapola
(eccetto i pazienti inclusi nella classe 1)
I pazienti delle classi 1, 2 e 3 (le meno numerose) devono essere
inviati in prima istanza al chirurgo ortopedico per il trattamento
chirurgico e in seguito all’oncologo medico e/o al radioterapista per
le terapie adiuvanti.
L’asportazione chirurgica di una lesione metastatica scheletrica solitaria può migliorare la sopravvivenza (Capanna)
I pazienti della classe 4 (la più numerosa) vanno trattati in
prima istanza con terapie non chirurgiche (chemioterapia,
radioterapia, terapia ormonale, etc.). Come primo trattamento si
possono anche adottare tecniche mini invasive in collaborazione tra i
vari specialisti (Lesioni che mal rispondono a trattamenti
chemioterapici o radioterapici, pazienti già sottoposti a numerose
radioterapie, etc.)
In caso di fallimento meccanico (frattura patologica o progressione
di malattia con lesione a rischio di frattura) o di dolore
persistente dopo le terapie si passa a tecniche diverse (mini
invasive o chirurgiche open).
Il trattamento delle metastasi ossee richiede un approccio multidisciplinare da parte dell’oncologo medico, del radioterapista e del chirurgo ortopedico, ma i ruoli dei diversi specialisti devono essere coordinati allo scopo di definire i tipi di terapia e la loro consecutio temporum per ottenere un potenziamento che ne migliori l’efficacia (Capanna)